Ciao amici del
blog!
Abbiamo una notizia veramente eccezionale( almeno per
noi lo
è …)
Siamo finalmente
arrivati alla tabellina del 10 , evviva!!!
Incredibile, ce l’abbiamo fatta!
Sembra ieri quando abbiam
iniziato: schieramenti, schede,
canzoncine e un po’ di timore qua e là (quell’antipatica del 7 x 8 proprio non
ci andava giù!)
Ci sembra ancora di sentire la voce della maestra che ci guidava e incoraggiava a
studiare: ”E’ faticoso ragazzi, ma poi
sarete contenti! Coraggio,vi servirà sempre!”
Poi a casa la mamma
che ci interrogava,il nonno che voleva
dire la sua, le verifiche ogni tanto , perfino la GARA DELLE TABELLINE
con un sacco di bei premi!
Bhè, siam soddisfatti e orgogliosi di noi stessi, perché
dopo tanta fatica siamo arrivati al traguardo .
Certo, dovremo ripassarle senza lamentarci troppo se vogliamo davvero
trattenerle ,ma si può fare…
La maestra ci ha dato un’utilissima TAVOLA PITAGORICA
che ci faciliterà nel nostro compito.
Perché PITAGORICA?
Leggete la scheda e
conoscerete anche voi l’incredibile genio di PITAGORA…
CIAO A TUTTI E .....
COMPLIMENTI AL
SIGNOR PITAGORA !
PITAGORA E LE TABELLINE
Molti anni fa viveva, in un'isola della Grecia chiamata Samo, un ragazzo di straordinaria intelligenza: Pitagora.
Egli metteva in difficoltà i suoi insegnanti con domande difficili e già da giovane si dedicava alle scoperte matematiche.
Fu così che ideò la famosa tavola numerica, che lui stesso chiamò pitagorica: le tabelline.
Con questa tavola noi oggi possiamo eseguire molte operazioni fondamentali.
Pitagora fu considerato l'uomo più sapiente della sua epoca. egli visse anche in Italia in una città della Calabria che si chiama Crotone. Qui fondò una scuola per insegnare ai giovani non solo le discipline importanti per quell'epoca, come la matematica, la geometria, l'astronomia e la musica, ma anche un modo di vivere secondo rigide regole.
Gli alunni della sua scuola potevano assistere alle sue lezioni solo dopo aver sostenuto difficilissimi esami.
Sulle pareti della scuola Pitagora aveva fatto scrivere delle frasi in modo che nessuno potesse dimenticarle: "Abituati ad ascoltare, ubbidire, tacere", "Abituati a comandare la fame, il sonno, la pigrizia, la collera."
Egli era infatti convinto che per diventare grandi uomini bisognava prima di tutto abituarsi a non ceder a se stessi.
I suoi allievi da adulti occuparono tutti le più alte cariche di governo.